Uno strano artefatto recuperato a Machu Picchu svela una delle pratiche più terribili della storia

Avventurieri di ogni genere e origine hanno sperperato vite e patrimoni alla ricerca di fantomatiche civiltà perdute, e nonostante un enorme numero di fallimenti, i rari successi sembrano giustificare ogni rischio. Tra questi ultimi, possiamo senza dubbio annoverare le splendide rovine sudamericane del Machu Picchu. Dopo la loro “riscoperta” avvenuta all’inizio dello scorso secolo , migliaia di visitatori hanno potuto ammirare i monoliti di pietra e i panorami mozzafiato. Ma le macabre origini della comunità stanno ora diventando impossibili da ignorare: come cambierà il futuro di questa oasi sperduta in cima alle montagne?

Vista sulle Ande

Ogni anno, migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo affollano la cordigliera delle Ande, in Perù. Trascorrono giornate intere attraversando terreni accidentati — non esattamente la vacanza ideale per la maggior parte di loro. Ma alla fine ogni sforzo viene ripagato.

Lo skyline del Machu Picchu

In cima alla maestosa catena montuosa, i viaggiatori raggiungono l'iconico skyline del Machu Picchu. Il panorama offerto da questo insediamento mozzafiato è forse il più bello del mondo. Stranamente però, l’umanità aveva dimenticato completamente la sua esistenza per secoli.

Le origini

L’impero Inca costruì Machu Picchu nel XV secolo. A circa 80 km a nord della capitale Cuzco, la complessità del sito mostrava la loro immensa ricchezza e tecnologia. E fu allo stesso tempo la loro condanna: la prosperità attirò nemici contro cui gli Inca non erano pronti a difendersi.

La furia di Pizarro

Alla ricerca di oro, ricchezze e con la fissazione di convertire gli indigeni alla religione cattolica, lo spagnolo Francisco Pizarro attraversò il Sud America nel 1532. Anche se le popolazioni native superavano in numero soverchiante i conquistadores, Pizarro aveva dalla sua parte armi e cavalli – e la ferma convinzione della vittoria.